venerdì 11 settembre 2009

20. I bizantini

La dinastia macedone viene rovesciata con un colpo di stato da Isacco Comneno (1057). Si apre così un periodo di lotte intestine per il potere, che indebolisce l’impero e mette a nudo i fattori di crisi sociale, precedentemente tenuti sotto controllo dal potere centrale. Un ulteriore fattore di crisi è costituito dall’arrivo dei crociati che, a causa della loro sete di conquista, non si lasciano manipolare dall’imperatore e finiscono per rappresentare una seria minaccia per Costantinopoli. Andronico Comneno (1183-85) si fa promotore di un’improbabile riforma sociale tesa ad abbattere la grande proprietà fondiaria e a sollevare le misere condizioni dei contadini, ma l’aristocrazia insorge e Andronico viene ucciso. Inizia così un ventennio di gravi disordini sociali, che culmina con l’occupazione di Costantinopoli da parte dei crociati (1204). Qualche tempo dopo Costantinopoli viene riconquistata da Michele Paleologo (1261), che fonda una nuova dinastia, l’ultima, prima della caduta.
L’impero non dispone di risorse economiche sufficienti a mantenere la flotta e pagare i soldati mercenari, che sono sempre sul punto di ribellarsi. Il nemico del momento è la potenza ottomana, che avanza minacciosa. Invano l’imperatore chiede aiuto all’Europa occidentale: Costantinopoli deve contare solo sulle sue solide mura, che in passato hanno mostrato di poter resistere agli attacchi più duri, solo che adesso qualcuno ha inventato la polvere da sparo e qualcun altro ha costruito i primi cannoni. I bizantini non ci fanno gran caso, ma il sultano sì e, dopo aver osservato con vivo interesse i disegni che l’ungherese Mastro Urban gli sottopone, dà ordine di costruirne un certo numero di esemplari. Sono degli autentici mostri, capaci di lanciare una palla di pietra di oltre sei quintali ad una distanza di oltre un miglio, ad un ritmo di 6-7 colpi al giorno; occorrono sessanta buoi per trasportarlo (DURSHMIED 2006: 48ss). Grazie anche a questa possente arma di assedio Maometto II (1451-81) entra in Costantinopoli e decreta la fine del suo millenario impero (1453). Molti bizantini fuggono e alcuni si rifugiano in Italia portando con sé i loro manoscritti e la loro cultura e contribuendo così all’esplosione del Rinascimento.

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