venerdì 11 settembre 2009

07. Decadenza dell’idea di potere universale

Il periodo che va dal 1254 al 1517 fa registrare una lunga crisi del potere imperiale, che diventa insanabile dopo l’entrata in vigore della Bolla d’oro (1356), dove sono fissate le norme che regolano la nomina dell’imperatore. In pratica, si stabilisce che essa debba avvenire tramite elezione e per opera di sette grandi elettori: tre ecclesiastici (gli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia) e quattro laici (il re di Boemia, il duca di Sassonia, il conte del Palatinato e il marchese del Brandeburgo). Il fatto è che i potenti principi germanici, allo scopo di preservare la propria indipendenza, hanno interesse ad eleggere al trono imperiale solo candidati deboli e privi di grande personalità. Nonostante i roboanti proclami dei pontefici, il mesto e lento declino dell’impero trascina con sé anche il papato. Insomma, ad essere in crisi è proprio l’idea di potere universale, che ora deve fare i conti con un’altra idea emergente, quella delle monarchie nazionali.

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