Mentre si va diffondendo lo spirito capitalistico e, con esso, il fenomeno della concentrazione di ricchezze nelle mani di poche famiglie, destinate a formare un nuovo ceto sociale, quello dell’alta borghesia, le masse contadine devono fare i conti con una miseria dilagante. A partire dall’XI secolo e per tutto il medioevo, la storia d’Europa è segnata da numerose rivolte, spesso colorate da un’ideologia di tipo religioso, delle classi plebee nei confronti di quelle possidenti.
Una di queste rivolte, che interessa principalmente il nord-ovest dell’Italia, si ispira alle idee di fra’ Dolcino (1260-1307) e dà vita al cosiddetto movimento degli apostolici. Dolcino vorrebbe la più completa eguaglianza sociale, la distribuzione ai contadini dei beni della chiesa e il rifiuto di ogni autorità e gerarchia sociale. Di fronte a tale pericolo, vescovi e signori attuano una dura repressione militare, che si conclude con la tortura e l’esecuzione capitale di Dolcino. Nel 1328 una rivolta armata di contadini delle Fiandre viene soffocata nel sangue dalla cavalleria francese. Lo stesso avviene nelle regioni francesi della Piccardia, della Normandia e della Champagne (1358). A Firenze sono i salariati della manifattura laniera, i cosiddetti “ciompi”, che si sollevano, ma nulla possono contro la reazione della borghesia, che ne giustizia i capi e ne scioglie il movimento (1378). In Inghilterra si sollevano i lollardi (1381), che chiedono l’abolizione dei privilegi feudali e della servitù, ma anch’essi finiscono male. Rivolte popolari si registrano anche in Germania, Spagna, Polonia e in altre regioni europee e tutte si concludono con sconfitte, più o meno pesanti. Pesanti, ovviamente, per i contadini.
13. Presente e Futuro
15 anni fa
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