venerdì 11 settembre 2009

08. L’Europa Centrale fra XII e XIV secolo

Nel periodo compreso fra XIII e XIV secolo, nell’Europa centrale si vengono a trovare di fronte due realtà politiche molto diverse: da un lato ci sono i potenti ducati germanici, molto popolosi, ben organizzati, dinamici e desiderosi di espandersi, dall’altro lato ci sono le popolazioni slave ad est della Germania, che, con l’eccezione del regno di Polonia, vivono ancora allo stato tribale o sono comunque politicamente disorganizzate e militarmente deboli. Ed è lì che si focalizza l’attenzione di molti signori germanici, i quali, mossi un po’ dal fascino dell’avventura e un po’ dalla brama di ricchezze, avanzano alla testa di schiere armate allo scopo di depredare e razziare tutto il possibile e uccidono senza pietà chiunque gli si pari davanti. Spesso al seguito di questi condottieri si muove un vero e proprio esercito di coloni, che si insediano nelle terre rimaste disabitate, e di monaci, che intendono convertire al cristianesimo quei rozzi pagani slavi. Intere popolazioni vengono sterminate e vasti territori vengono occupati da questi condottieri, specie sotto gli Hohenstaufen. Tra i maggiori protagonisti di questa espansione ad est, va ricordato l’Ordine religioso-militare dei Cavalieri teutonici, che, fra il XIII e il XIV secolo, riescono a conquistare la Prussia, la Pomerelia, l’Estonia e la Livonia.

08.1. Dinastie
Molte dinastie traggono origine proprio in questo tormentato periodo, in cui papa e imperatore competono per il potere universale, mentre feudatari e comuni tendono a rafforzare il loro potere locale. Ne menzioniamo alcune.

08.1.1. Hohenstaufen
Famiglia tedesca della Svevia. Capostipite è Federico di Beuren († 1094), servitore fedele dell’imperatore Corrado II il Salico e dei suoi eredi: Enrico III ed Enrico IV. Il figlio, Federico di Staufen (1079-1105), sposa Agnese, figlia dell’imperatore Corrado, che gli porta in dote la Svevia (che comprende anche l’Alsazia) e la Franconia. La prima passerà in eredità a Federico il Guercio (1105-47), la seconda a Corrado III (1115-52), che diventerà imperatore (1138-52). La dinastia degli H. cingerà la corona imperiale anche con Federico I Barbarossa (1152-90), Enrico VI (1190-97), Filippo (1198-1208), Federico II (1212-50) e Corrado IV (1250-54), e riuscirà ad annettere il Regno delle Due Sicilie. Gli H. soccomberanno sotto i colpi dei papi e l’ultimo rampollo, Corradino, verrà messo a morte da Carlo d’Angiò nel 1268.

08.1.2. Hohenzollern
Famiglia tedesca della Svevia, che afferma di discendere dai Burcardingi, sovrani di Svezia del X secolo. Inizia la sua ascesa al seguito degli Hohenstaufen. Il primo membto noto della dinastia è Burchard di Zolorin (m. 1061). Nel 1227 i due figli di Fderico III dividono il patrimonio di famiglia in due rami: il ramo di Svevia e quello di Franconia. Il primo regna fino al 1849, quando vende il principato alla Prussia. Il ramo di Franconia riceverà l’eredità degli Hohenstaufen, dopo la morte di Corradino, e un suo membro, Federico III diventerà re della Prussia (1701), mentre Guglielmo I sarà proclamato imperatore di Germania (1871). Dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale, Guglielmo II sarà costretto ad abdicare.

08.1.3. Asburgo
Benché gli Asburgo si siano proclamati discendenti di Giulio Cesare e Nerone, nonché regnanti per elezione divina, il loro lignaggio non è particolarmente illustre (WHEATCROFT 2002: 18). Essi, infatti, fanno il loro ingresso nella storia con Wermer († 1096), un piccolo conte, vescovo di Straburgo, che, con un gesto opportunistico, intorno al 1020, riesce ad appropriarsi di un terreno di poche centinaia di ettari, non adeguatamente controllato da alcun altro signore. Grazie ad una politica di servizio e fedeltà agli Hohenstaufen, più che per il loro valore militare, i suoi discendenti ottengono possedimenti in Svizzera e la contea di Zurigo, e si avviano ad un’ascesa irresistibile, che culmina con l’accesso al trono imperiale da parte di Rodolfo IV (1273-91), che annette i ducati di Austria e Stiria (1278). Qualche anno dopo gli succede il figlio Alberto I (1298-1308), il cui assassinio fa svanire il suo disegno di fondare una dinastia, ma non impedisce un ulteriore espansione del regno, che annette Carinzia (1335), Tirolo (1363), Friburgo (1368) e Trieste (1382). Qualche tempo dopo gli Asburgo riconquistano la corona imperiale con Alberto II (1438-40) e, eccetto una breve interruzione (1740-5), la conservano fino alla fine del Sacro Romano Impero (1806). Gli Asburgo, la cui grandezza è legata anche ad un’accorta politica matrimoniale, raggiungono la massima potenza sotto Carlo V (1519-56), quindi si frammentano in diversi rami, indebolendosi. Continueranno a regnare sull’Austria dal 1278 al 1918.

08.1.4. Savoia
La storia dei Savoia comincia nell’XI secolo con un conte di nome Umberto detto Biancamano, del quale però sappiamo assai poco. In particolare, ignoriamo quali competizioni dovette affrontare e superare per riuscire infine a controllare i valichi alpini del Gran San Bernardo e del Moncenisio, che sono zone di transito di pellegrini e mercanti, ma anche di eserciti. In una situazione del genere, ci si può arricchire o imponendo pedaggi, o offrendo servizi, o rapinando, o offrendo appoggio a condottieri di passaggio. Potendo diventare “fonte di potere” (OLIVA 1999: 37), il controllo dei valichi è conteso da molti piccoli signori locali, pronti a sfruttare ogni occasione per migliorare la propria posizione e imporsi sugli altri. “Si tratta di un’aristocrazia irrequieta, spesso impegnata in risse e massacri, che della guerra fa mestiere politico, ma anche occasione di razzia e di bottino, strumento per affermare il proprio prestigio, passatempo per combattere la noia” (OLIVA 1999: 82-3). D’altra parte, è interesse dell’imperatore “tenere le grandi vie di comunicazioni in mani amiche” (OLIVA 1999: 42).
Umberto decide di appoggiare l’imperatore Corrado II, mentre questi, nel corso della lotta per la successione al trono di Borgogna, alla testa delle sue truppe, muove contro il conte di Blois, ottenendone in cambio dei feudi. Il potere viene consolidato dal figlio di Umberto, Oddone che, grazie al matrimonio con Adelaide (1046), contessa di Torino, lo estende al di qua delle Alpi, ciò che gli consente nel contempo di proiettarsi nella grande politica internazionale. Nel Duecento i Savoia appoggiano prima il Barbarossa e poi Federico II nella lotta contro i comuni, ottenendone il titolo di vicari imperiali. Nel secolo successivo, approfittando delle difficoltà di Maria di Blois, contessa di Provenza, Amedeo VII (1383-91) riesce ad annettere Nizza dando così alla Savoia l’agognato accesso al mare, ma è sotto Amedeo VIII (1391-1416) che, innalzati dall’imperatore al rango di duchi (1416), i Savoia raggiungono una rilevante importanza politica internazionale e sanno dare al proprio paese un’impronta moderna. Inizia poi per la Savoia un lungo periodo di declino, legato soprattutto alle mire espansionistiche della Francia nei confronti dell’Italia.
Dopo essere stata occupata dai francesi, la Savoia viene riacquisita da Emanuele Filiberto (1553-80), che ha valorosamente combattuto a fianco dell’imperatore contro la Francia e stabilisce la capitale a Torino (1562). La storia della Savoia rimane comunque strettamente legata con quella della Francia, svolgendo un ruolo per lo più di subordinazione, che si perpetuerà almeno fino a Napoleone. Dopo la pace di Utrecht (1713) i Savoia ottengono il regno di Sicilia, che però sono costretti a scambiare con la Sardegna (1720).

08.1.5. Visconti
Celebre famiglia ghibellina di Milano, le cui origini sembrano risalire a Desiderio, re dei longobardi. In realtà, “la prima traccia dei Visconti storici è del 1067” (COGNASSO 1960: 11) e si riferisce ad Anselmo Visconte, vice del vescovo-conte della città, che svolge funzioni giudiziarie, e così sarà fino al 1186, quando in Milano viene costituito il primo podestà, in sostituzione del vescovo-conte. La potenza di questa famiglia viene fondata da Ottone (1208-95), che prima assume la carica di arcivescovo di Milano (1262), poi impossessa della città (1277), grazie anche all’appoggio del papa, dopo una lunga guerra contro i Della Torre, altra famiglia dalle origini oscure (COGNASSO 1960: 32), che al momento governa la città. I Visconti conducono la loro politica con indubbia abilità e sanno sfruttare i favori tanto del papa quanto dell’imperatore, anche se pendono dalla parte di quest’ultimo. La dinastia si estingue con Filippo Maria (1447), il quale, non avendo eredi maschi, dà la figlia in isposa a Francesco Sforza, che fonda una nuova dinastia.

08.1.6. Scaligeri
Vengono così chiamati i membri della famiglia Della Scala, la cui residenza a Verona è attestata già nell’XI secolo, anche si sa poco delle sue origini. Sembra che i Della Scala siano riusciti a crearsi una buona posizione economica facendo i mercanti e ottenendo dei piccoli feudi, finché Balduino, divenendo console (1147), porta il casato sotto i riflettori della storia. Gli Scaligeri si oppongono alla politica di terrore di Ezzelino da Romano (un germanico venuto in Italia al tempo di Corrado II e divenuto podestà di Verona nel 1236) e alcuni di loro vengono messi a morte. Solo dopo la morte di Ezzelino (1259), si apre per i Della Scala la strada del potere e Mastino I può divenire podestà dei mercanti (1261), capitano del popolo (1262) e podestà di Pavia (1272). Inizia così la signoria degli Scaligeri.

08.1.7. Estensi
Signori di Ferrara (1240-1597), duchi dal 1471. Signori anche di Modena (1288-97), duchi dal 1452. Anche l’origine di questo casato viene collocata nell’XI secolo e anche di essa si sa ben poco. Nella seconda metà del XVI secolo, quando gli Estensi avevano un blasone ormai ben consolidato, alcuni storici hanno provato a ricostruirne la genealogia, ma con risultati diversi: gli Estensi potrebbero discendere da Carlomagno, dagli etruschi o dagli antichi troiani (CHIAPPINI 1967: 7). È un modo come un altro di ammettere la nostra ignoranza.

08.1.8. Malatesta
Sappiamo che i M. regnano in Rimini e parte della Romagna tra il XIII e il XIV secolo, ma non sappiamo nulla delle loro origini che, si ritiene, risalgano alla fine del X secolo, quando un signore germanico, sceso in Italia al seguito di Ottone III, viene nominato vicario imperiale come ricompensa dei suoi servigi. In realtà, i primi M. di cui si hanno notizie certe risalgono al XII secolo: sono beneficiari di terre della chiesa di Ravenna che, attraverso l’acquisto di nuove terre e opportuni matrimoni, entrano nel novero dell’aristocrazia locale. Per questa via, alla fine, Giovanni Malatesta, diventando podestà di Rimini (1239), decreta l’ingresso nella storia della nuova dinastia.

08.1.9. Gonzaga
Prende questo nome la famiglia Corradi, che è originaria di Gonzaga, un paese in provincia di Mantova. Le loro origini si perdono nella leggenda e i genealogisti ci offrono versioni contrastanti sulle loro presunte origini illustri (CONIGLIO 1967: 7). Sappiamo che, nel XII secolo, i G. hanno costituito un ricco patrimonio fondiario, ma, fino a tutto il secolo seguente, le notizie sul loro conto sono molto scarse. In questo periodo a Mantova domina la famiglia Bonacolsi, che si deve confrontare con Milano, Verona e Venezia. I G. seguono il decorso degli eventi sperando di sostituirsi ai Bonacolsi. Alla fine riescono nel loro intento attraverso un abile inserimento nella politica di espansione degli Scaligeri, che mirano ad impadronirsi di Mantova.
È Luigi Gonzaga che, col sostegno degli Scaligeri, guida la rivolta contro i Bonacolsi ed ha la meglio, divenendo signore di Mantova (1328). Inizia così la storia dei G., che da ricchi proprietari terrieri divengono nobili signori, rivelandosi “uomini freddi, calcolatori, sagaci diplomatici” (CONIGLIO 1967: 19). Comprendono che devono mantenersi uniti se vogliono conseguire traguardi importanti, e così fanno: “è la famiglia che si batte con tutti i mezzi per mantenere quanto ha acquistato ed il cinismo, la disinvoltura e la mancanza di scrupoli di cui danno prova i primi Gonzaga va attribuita a tutto il gruppo, non è prerogativa di uno solo” (CONIGLIO 1967: 19). Cossì uniti, i G. entrano nella lotta che vede di fronte l’imperatore germanico e Roberto d’Angiò, schierandosi con quest’ultimo. E gli va bene. Da qui in avanti, i G. continuano a muoversi avendo di mira “solo ed unicamente i propri interessi” (CONIGLIO 1967: 19) e riuscendo nell’intento di fondare una prestigiosa dinastia.

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