venerdì 11 settembre 2009

17. I russi

Il re di Kiev Vladimiro I (980-1015) sposa la sorella dell’imperatore bizantino e si fa battezzare (988), così che il cristianesimo diventa religione di Stato, mentre la chiesa russa acquista il diritto di avere un proprio metropolita, sia pure subordinato al patriarca di Costantinopoli. Il sovrano si dispone a sostenere economicamente la chiesa in cambio del suo appoggio politico e del suo impegno ad assumere una funzione educatrice e culturale del popolo, cosa che avviene con successo. Il regno di Kiev cessa di esistere nel 1240 sotto l’assalto dei Tatari, e tutta la Russia sud-orientale diviene uno Stato mongolo, la cosiddetta Orda d’Oro. I capi tatari si lasciano penetrare dalla cultura islamica e bizantina, ma lasciano i principi russi, loro vassalli, liberi di conservare i loro costumi e la loro religione.
Mentre Kiev cade, il principato di Mosca, che al momento è insignificante, riesce a mantenere buoni rapporti coi Tatari, cui versa un tributo, per poi avviarsi verso una rapida ascesa, che è favorita da un indebolimento dei mongoli. Nel 1326 il metropolita Vladimiro sposta la sua sede da Kiev a Mosca, che diviene così la capitale religiosa e politica della Russia.
L’Orda d’Oro si indebolisce sotto i colpi del Tamerlano (1395), frammentandosi in diversi canati. In un primo tempo, Mosca cerca di costruire e difendere la sua egemonia, poi, sotto il regno di Ivan III (1462-1505), intraprende una politica di annessione e stabilisce relazioni diplomatiche internazionali.

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