venerdì 11 settembre 2009

04. Gli inglesi

Nel 1066 i sassoni vengono sconfitti nella battaglia di Hastings dai normanni di Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia (1035-87), che diviene re d’Inghilterra (1066-87) e inaugura la dinastia normanna. Guglielmo spoglia i signori sassoni dei loro beni e li distribuisce ai propri soldati, guadagnandosene la fedeltà, che controlla grazie all’opera solerte di propri funzionari, chiamati sheriff. Il trono passa prima al figlio Guglielmo II (1087-1100) poi ad un altro figlio, Enrico I (1100-35), il quale designa alla successione la figlia Matilde (1135-48), che sposa il francese Goffredo d’Angiò Plantageneto, il quale porta in dote alcuni territori francesi. A sua volta, il figlio di Matilde, Enrico II (1154-89) sposa Eleonora d’Aquitania, che porta in dote altri territori francesi. Grazie ad una energica politica centralizzatrice, Enrico II diviene così potente da fondare la dinastia dei Plantageneti, che regnerà sull’Inghilterra fino al 1485, e suscitare l’apprensione dei re di Francia. Ad Enrico II succede il figlio Riccardo Cuordileone (1189-99), sotto il quale il re di Francia, Filippo Augusto (1180-1223), cerca invano di riprendersi i territori francesi. Morto Riccardo, senza eredi, la corona passa al debole, quanto crudele e capriccioso, fratello Giovanni Senzaterra (1199-1216), che perde alcuni territori francesi e rischia di perdere anche il trono.
Approfittando delle rilevanti difficoltà in cui Giovanni si viene a trovare nei confronti del re di Francia e del papa, i baroni inglesi riescono ad ottenere la concessione della Magna charta (1215), che segna l’inizio del regime parlamentare in Inghilterra. Con questo atto, Giovanni Senzaterra si impegna a riconoscere certi diritti ai suoi sudditi: per esempio, al punto 14, si stabilisce che la pena debba essere commisurata al gravità della colpa e, al punto 29, che nessun uomo libero possa essere condannato se non a seguito di una regolare procedura giudiziaria. È la prima volta che un monarca accetta delle norme di diritto che, di fatto, limitano il suo potere. La Magna Charta viene vista come un insulto alla concezione medievale di autorità, che, come sappiamo, è monocratica e origina da Dio, e perciò Innocenzo III si affretta ad annullarla per mezzo di una bolla. Essa però viene riconfermata dal nuovo re d’Inghilterra, Enrico III (1216-72), e diventa la base per l’istituzione di un Consiglio di rappresentanti dei grandi nobili e degli alti prelati, per diritto di nascita o per nomina regia, (Camera dei Lords) e un consiglio di rappresentanti della piccola nobiltà e del clero minore, eletto dal popolo (Camera dei Comuni). Nasce così il Parlamento bicamerale inglese, che, affermatosi sotto il regno di Edoardo III (1327-1377), esiste ancora oggi.

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