venerdì 11 settembre 2009

18. Gli ebrei

Verso il 1055 i Turchi Selgiucidi conquistano la Siria e la Palestina, che passano così sotto la sfera d’influenza sunnita. In questo periodo Gerusalemme si abbellisce e si circonda di nuove mura, divenendo una città di rilievo internazionale, visitata da pellegrini che provengono da tutto il mondo. È questa la città che vedono i crociati nel giugno del 1099 e che conquistano sterminandone la popolazione. Poi, in base alla legge di conquista emanata lo stesso anno, si stabilisce che chi ha preso parte alla crociata può svincolarsi dalla gerarchia feudale in patria e diventare proprietario terriero o padrone di una casa in Terra Santa. Così Gerusalemme comincia a ripopolarsi. I crociati estendono la loro dominazione su tutta la Palestina e la conservano per quasi due secoli, fino a quando vengono parzialmente allontanati da Saladino nel 1187 e definitivamente dai Mamelucchi nel 1291.
In questo periodo gli ebrei vengono perseguitati e sterminati e quasi scompaiono del tutto da questa terra. Molti ebrei emigrano dalla Palestina in Spagna e in altri paesi d’Europa, dove trovano ostilità. Ovunque, gli Ebrei tendono a raggrupparsi volontariamente in alcuni quartieri (i futuri ghetti), dove sono lasciati relativamente liberi di esercitare il loro culto e di perpetuare la loro peculiare cultura, che, dai tempi di Mosè Maimonide (intorno al 1160), è ormai chiaramente definita. Il credo ebraico rimane centrato sulla fede in un unico Dio Creatore, nella parola dei profeti e nell’attesa del Messia, nella fede nella Promessa e nella necessità di osservare la Legge per poterla avverare. A differenza dei tempi di Mosè, la nuova legge non è più quella delle tavole del Sinai, ma una legge prodotta dall’ebraismo rabbinico e che ha trovato forma nella Mishnah e nel Talmud, codici etico-legali fondati sui valori della fede biblica e sulla tradizione ebraica reinterpretate in chiave moderna.
Le crociate alimentano un clima di odio nei confronti dei “deicidi” e ciò è causa di numerosi massacri ad opera di folle esaltate. Nel 1096 una banda di crociati germanici massacra le comunità ebraiche di Spira, Worms e Magonza: sono i primi pogrom su larga scala in Europa, che sono seguiti da molti altri (Germania 1147, 1336; Francia e Inghilterra 1189-90; Francia 1320; Spagna 1391, 1412). In alcuni paesi i governi ricorrrono a periodiche espulsioni degli ebrei (Francia 1182, 1306, 1394; Inghilterra 1210, 1290; Spagna 1492; Portogallo 1496), con la duplice conseguenza di impossessarsi delle loro ricchezze e di liberare i debitori dall’obbligo di restituire il denaro avuto in prestito dagli stessi ebrei.
Dopo la cacciata dei crociati la Palestina diviene un paese quasi esclusivamente musulmano e arabofono, mentre Gerusalemme assurge a terza città santa dell’Islam: cristiani ed ebrei ne costituiscono solo una piccola minoranza, nonostante il comportamento clemente del Saladino, che risparmia i cristiani e consente ai fuoriusciti ebrei di fare ritorno nella loro patria. Sotto i mamelucchi, la Palestina attraversa un periodo tranquillo, anche se è un po’ abbandonata a se stessa e la sua economia è alquanto depressa. In essa si rifugiano molti ebrei, che sono espulsi dalla Spagna cristiana ai tempi della reconquista. Il medico di Toledo, Yehudah ha-Lewi, comincia a pensare che il vero posto degli ebrei sparsi nel mondo sia la terra dei loro padri. È l’inizio del sionismo.

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